I luoghi di OPEN AIR 2021
L’ALTA MURGIA RUVESE
Il territorio di Ruvo di Puglia presenta una macchia boschiva, estesa per 1100 ettari, comprendente numerosi gruppi di quercia roverella, tipici della zona, mentre la maggiore esposizione ai venti ha creato una vegetazione selettiva caratterizzata da arbusti e rovi. Sono state identificate 1500 specie vegetali tra le quali spicca la stipa austroitalica. Nei pascoli sorgono specie endemiche come orchidee selvatiche e strati erbacei caratterizzati da ferule, asfodeli e graminacee. Nei boschi prevalgono oltre alle roverelle i fragni, le querce spinose, i lecci, i cerri e i farnetti. Nel sottobosco sono presenti specie di gigari e peonia mascula.
L’habitat dell’Alta Murgia ruvese non offre esemplari di animali di grossa stazza ma può annoverare la presenza di volpi, cinghiali, lepri e ricci e qualche esemplare di lupo. E’ di particolare interesse l’esistenza di numerose specie di insetti e uccelli. Tipiche della zona sono infatti le calandrelle, le allodole, le cappellacce e le tottaville. È inoltre abbastanza numeroso il gruppo di rapaci tra i quali sono presenti sparvieri, nibbi reali, nibbi bruni, bianconi, lanari ed una importante popolazione di falchi grillai. Gli ambienti carsici sono invece caratterizzati da esemplari di tritone italico, rospo, raganella, rana verde e ululone appenninico mentre l’aspetto secco e petroso della Murgia favorisce l’esistenza di rettili come il geco di Kotschy e il colubro leopardino.
Maestosi, poi, anche se spesso in stato di abbandono, gli jazzi, le masserie e i trulli, veri monumenti dell’architettura rurale.
LA CITTÀ DI RUVO DI PUGLIA
Reperti di pietra lavorata fanno risalire i primi insediamenti nell’agro ruvese al paleolitico medio mentre alcuni resti di villaggi confermano la presenza dell’uomo fin dal VI millennio a.C..
L’agro ruvese in età peuceta era molto vasto ed ebbe anche un porto, chiamato Respa, presso Molfetta.
Tra l’VIII e il V secolo a.C. i greci colonizzarono pacificamente Ruvo che da quel momento prese il nome di “Ρυψ”. Intorno al IV secolo a.C. il villaggio visse il momento di maggior splendore intrattenendo scambi commerciali con gran parte delle popolazioni italiche.
Nel V secolo Ruvo scomparve sotto i colpi delle invasioni dei Goti che ridussero per la prima volta la città a un cumulo di macerie. Rifondata sulle pendici della collina originaria, Ruvo fu prima conquistata dai Longobardi e poi fu preda dei Saraceni. Fu in questo periodo che i ruvesi decisero di dotarsi di una cinta muraria munita di torri e quattro porte.
Le chiese di Ruvo di Puglia costituiscono il principale nucleo del patrimonio artistico del comune.
Le più maestose, oltre alla famosissima Concattedrale, la Chiesa di san Domenico, la Chiesa di san Michele Arcangelo, mentre certamente suggestive sono le più piccole Chiesa di San Rocco, Chiesa del Purgatorio e Chiesa dell’Annunziata.
Tra le architetture militari sono mirabili i resti del Castello normanno e della Cinta muraria.
È straordinaria infine la serie di palazzi nobiliari del centro storico, costruiti tra il XVII e il XIX secolo, tra cui spiccano: Palazzo Jatta, Palazzo Spada, Palazzo Caputi e la Torre dell’Orologio.